Com’è fatto un carrello elevatore? Struttura, componenti e funzionamento essenziale
Capire com’è fatto un carrello elevatore può sembrare un dettaglio da addetti ai lavori, ma in realtà è un’informazione utile per chiunque lavori in un magazzino o in un’azienda con movimentazione interna. Anche se ne esistono diverse tipologie (dai carrelli controbilanciati a quelli retrattili o compatti da magazzino come transpallet o stoccatori) tutti condividono una struttura di base che vale la pena conoscere.
In questa guida ti spieghiamo in modo semplice com’è fatto un carrello elevatore: la sua struttura, i componenti principali e come funziona.

KBE 25-35Li
A cosa serve un carrello elevatore?
Il carrello elevatore, noto anche come muletto, è uno strumento indispensabile per movimentare carichi pesanti in modo rapido e sicuro. Lo si trova ovunque ci sia bisogno di sollevare, spostare e posizionare merci: magazzini, cantieri, stabilimenti produttivi, centri di distribuzione.
La sua funzione principale è facilitare la logistica interna, riducendo tempi di spostamento e il rischio di incidenti manuali.
Quali sono le principali tipologie di carrelli elevatori?
Non tutti i muletti sono uguali. A seconda dell’ambiente e delle esigenze operative, esistono diverse varianti progettate per funzioni specifiche:
- Controbilanciati: i più diffusi, hanno una zavorra posteriore che bilancia il carico e sono adatti a un uso generico, sia in ambienti interni che esterni; in base al sistema di alimentazione a batteria o a combustibile si suddividono in carrelli elevatori elettrici e carrelli termici o a combustione interna.
- Carrelli retrattili: perfetti per magazzini con corsie strette e scaffalature alte. Il montante si estende in avanti per prelevare il carico, poi si ritrae per il trasporto.
- Transpallet elettrici: compatti e maneggevoli, sono ideali per movimentazioni orizzontali rapide su brevi distanze. Solitamente utilizzati per carichi leggeri.
- Stoccatori: simili ai transpallet ma dotati di montante sollevabile. Utili per stoccaggi a media altezza, soprattutto in piccoli magazzini.
Quali sono le parti principali di un carrello elevatore?
Capire la struttura di un carrello elevatore aiuta a usarlo meglio e con più consapevolezza. Ecco i suoi componenti principali:
Telaio
È la base del carrello, la struttura portante su cui si montano tutti gli altri elementi. Deve essere robusto, bilanciato e progettato per resistere a sollecitazioni continue.
Montante
È l’elemento verticale che consente il sollevamento delle forche. Esistono diverse varianti di montante in base all’altezza e alla capacità:
- Simplex con una sola slitta per operazioni a bassa altezza
- Duplex con due slitte adatti a magazzini con scaffalature di media altezza
- Triplex dotati di tre slitte per lavorare in ambienti ad alta densità
- Quadruplex la scelta ideale per grandi altezze di sollevamento
- Telescopico che ottimizza l'uso dello spazio verticale, estendendosi per raggiungere altezze maggiori e rientrando per un ingombro ridotto quando non in uso.
Forche
Sono le “braccia” posizionate nella parte anteriore del muletto e parallele al terreno, sono progettate per sollevare e trasportare pallet e bancali. La loro lunghezza e portata varia a seconda del modello (FEM, DIN, a perno, SVGV, Teminal West, telescopiche ecc.).
Postazione operatore
È composta da un sedile con comandi che può essere protetto da una cabina chiusa. Tutto è progettato per garantire controllo e visibilità sul carico e può essere dotata di dispositivi per aumentare la sicurezza e il comfort dell’operatore.
Display
È il punto da cui l’operatore gestisce le funzioni principali del carrello elevatore: accensione, indicatori di batteria o carburante, spie di sicurezza e a volte anche controlli digitali nei modelli più avanzati. Molti modelli Baoli sono dotati di display a colori per un rapido accesso a tutte le informazioni chiave sullo stato del carrello, come per esempio il carrello retrattile KBR 14-20.
Motore o sistema di trazione
Il motore, che fornisce la potenza necessaria al movimento del muletto, può essere elettrico o termico (diesel, GPL), a seconda dell’ambiente di utilizzo. Esistono anche carrelli elevatori particolarmente innovativi alimentati da celle a combustibile ad idrogeno, che sfruttano l’elevata densità energetica dell’idrogeno per un funzionamento ad emissioni zero.
Batterie o serbatoio
Alimentano il motore, a seconda della tecnologia adottata. Le batterie garantiscono una maggiore efficienza, in particolare quelle agli ioni di litio come per il carrello elettrico KBET 15-20Li Baoli, che permettono ricariche intermedie rapide per garantire una maggiore disponibilità del mezzo. I serbatoi, invece, si riforniscono di gasolio, GPL o benzina.
Ruote anteriori e posteriori
Le ruote anteriori supportano la maggior parte del peso, mentre le posteriori sono collegate al sistema di sterzo, permettendo manovre precise anche in spazi stretti. Il numero delle ruote varia a seconda del modello, di solito 4 o 3, e possono essere realizzate in diversi materiali.
Freni
Fondamentali per la sicurezza, permettono all’operatore di arrestare il mezzo in sicurezza anche con carichi elevati. I muletti sono dotati di freni di servizio e di stazionamento a mano o a pedale, quest’ultima tipologia richiede meno sforzo per l'innesto e il disinnesto e garantisce un accesso e un'uscita più facili dall'abitacolo. I carrelli elevatori Baoli KBE 18-20Li sono dotati di freni a bagno d'olio, che offrono il vantaggio principale di una manutenzione significativamente inferiore rispetto ai carrelli con freni a tamburo.
Come funziona un carrello elevatore?
Il funzionamento di un carrello elevatore è semplice, ma richiede attenzione. Dopo l’avvio (elettrico o a motore), l’operatore utilizza i comandi per muovere le forche e per guidare il mezzo.
Il funzionamento base è semplice:
- Il carrellista accede alla cabina e accende il carrello.
- Utilizza il volante per la guida e le leve per sollevare o abbassare le forche.
- Una volta posizionato il carico, lo trasporta e lo posiziona nel punto desiderato.
Il funzionamento cambia leggermente in base al tipo di carrello, ma l’esperienza dell’operatore resta simile: serve attenzione nei movimenti, conoscenza dei comandi e rispetto delle condizioni di sicurezza. La fluidità della guida dipende molto dalla manutenzione e dalla corretta scelta del mezzo.
Sicurezza ed ergonomia, aspetti da non trascurare
Un buon carrello elevatore è progettato per essere non solo efficiente, ma anche sicuro. La cabina deve offrire:
- comandi intuitivi,
- visibilità ottimale,
- seduta ergonomica.
Sono importanti anche elementi come cinture di sicurezza, protezioni laterali e sistemi di arresto d’emergenza. Tutto contribuisce a ridurre il rischio di incidenti.
In pratica: guida essenziale per l’operatore?
Se stai per iniziare a usare un carrello elevatore, ecco alcuni consigli utili:
- Controlla sempre il mezzo prima dell’uso: gomme, freni, livello della batteria o carburante.
- Non sovraccaricare: ogni modello ha una portata massima indicata.
- Mantieni la visibilità: guida lentamente se il carico ostruisce la vista.
- Rispetta gli spazi: non tutti i carrelli girano facilmente in ambienti stretti.
- Ricorda di effettuare i controlli giornalieri: verifica i punti indicati nel manuale d'uso e manutenzione del carrello elevatore
Domande frequenti sui carrelli elevatori
Quanto peso può sollevare un carrello elevatore?
Dipende dal modello, ma la portata media varia da 1.500 a 3.000 kg. Alcuni carrelli speciali arrivano oltre, come il carrello diesel 50-100 Baoli, in grado di sollevare fino a 10.000 kg.
Serve una patente per guidare un carrello elevatore?
Sì, serve un’abilitazione specifica, il patentino muletto, che si può conseguire frequentando un corso di formazione per carrellisti.
Perché nei carrelli elevatori sterzano le ruote posteriori invece delle anteriori?
Perché il carico grava sull’assale anteriore, che è fisso e più resistente. Sterzare davanti ridurrebbe la stabilità e non ci sarebbe spazio per il meccanismo. Lo sterzo posteriore, invece, permette manovre più strette e sicure, ideali negli spazi ridotti del magazzino.
A cosa serve il montante di un carrello elevatore?
Il montante è la struttura verticale che consente il sollevamento delle forche. Contiene cilindri idraulici e catene che permettono di alzare e abbassare il carico in modo sicuro.
Le forche sono tutte uguali?
No, le forche variano in lunghezza, sezione e portata. Alcuni modelli permettono anche la regolazione laterale per adattarsi a pallet di dimensioni diverse.
Quanto spazio serve per manovrare un carrello elevatore?
Dipende dal tipo di carrello, i modelli compatti a raggio corto sono perfetti per corsie strette, come il carrello stoccatore KBS 12 Baoli che, grazie alle dimensioni contenute, è in grado di muoversi facilmente anche in aree di lavoro ridotte.
Il punto di partenza per scegliere il carrello giusto
Il carrello elevatore è una macchina essenziale, ma spesso sottovalutata. Capire come è fatto e come funziona è il primo passo per lavorare meglio, più sicuri e con maggiore efficienza. Che tu sia un operatore alle prime armi o un’azienda in cerca di soluzioni pratiche, conoscere la base ti aiuterà a fare scelte più consapevoli.
Vuoi scoprire quale carrello elevatore Baoli è più adatto alla tua attività? Contattaci per un consulenza su misura.